Scudo di San Giorgio
 

In una miniatura degli Annali del Caffaro (capitano della flotta genovese, vincitore dei Pisani a Piombino 1125 e dei Saraceni a Minorca1146) e dei suoi continuatori,  rappresenta un accampamento genovese alle porte di Savona 1227 dove sventola un drappo con l’immagine di San Giorgio nell’atto di uccidere il drago. E’ da quest’epoca che si concretizza a Genova l’iconografia del santo-eroe

Il vessillo con l’emblema della croce rossa in campo bianco nata come simbolo del Cristo Risorto, veniva consegnato nel 1066 da Papa Alessandro II a Guglielmo il conquistatore in occasione della spedizione normanna contro l’Inghilterra; nel 1095 veniva proposto da Urbano II come segno dei cavalieri e dei guerrieri in partenza per la prima crociata.

La leggenda del Drago riassume in sé i principi del cavaliere errante che con massimo spirito d’altruismo è pronto a salvare la donzella in pericolo, ideali così bene espressi ad esempio da Chrétien de Troyes nei Romanzi Cortesi, evocando nel contempo l’ancestrale lotta del bene contro il male. Una lotta vissuta all’epoca, come da più parti ricordata, in forma diretta attraverso la guerra santa contro il mondo musulmano. Non a caso, la leggenda del santo contro il drago si origina intorno all’VIlI secolo, quasi in coincidenza con l’inizio dell’espansionismo arabo verso il mondo d’Occidente.

La figura stessa del santo, nelle rappresentazioni artistiche che si susseguono a partire dalla metà del XII secolo, si avvicina sempre di più a quella di un cavaliere Crociato, portatore del vessillo di San Pietro, simbolo della chiesa trionfante, composto dalla croce rossa in campo bianco.

La presenza simultanea dei due emblemi, quelle del santo in lotta e quello della croce sullo scudo sarebbe comparsa nelle sovrapporte quasi costantemente.

I due simboli comparivano , ma separati, nei vessilli della Repubblica: San Giorgio su vessillo del comandante sulla nave ammiraglia, la croce sulle altre navi della flotta.

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