Il Martirio  

Giorgio, cristiano della Cappadocia, o forse di Lydda in Palestina luogo della sua sepoltura, nel III sec.. giunse in una città nella quale Daciano, un feroce governatore di Diocleziano che i cristiani chiamavano appunto "drago", come la Bestia dell'Apocalisse (o un omo­nimo re di Persia), faceva martirizzare i cristiani. Indignato, Giorgio tenne alla folla un discorso contro gli dei, e fu fatto prigioniero e torturato come tutti gli altri. Daciano però gli diede un’ultima possibilità di passare al culto degli dei e Giorgio si dichiarò disposto ad accettare. Fu quindi portato in un tempio pagano, dove egli in realtà pregò Dio di distruggere quell’e­dificio e dal cielo caddero fiamme che bruciarono il tempio. A quel punto Giorgio fu trascinato attraverso la città e decapitato. Ma quando Daciano tornò nel suo palazzo fu bruciato, assieme alla casa, da un fuoco celeste.

In Genova il culto di San Giorgio inizia nel VI sec. con l'arrivo dei bizantini. San Giorgio era il patrono dell'esercito imperiale:a lui dedicarono la chiesa che venne eretta per la numerosa guarnigione. Con il passare del tempo la chiesa diverrà l'Ufficiale Santuario della Patria: questo santo avventuroso e coraggioso viene adottato dai genovesi.

E' tra le prime sette chiese della città ad avere titolo parrocchiale nel 1132 quando Genova divenne sede Arcivescovile.

Pericolante fu distrutta e ricostruita  dai Teatini alla fine del '600 riprendendo la vecchia forma bizantina a pianta centrale. Il presbiterio è arricchito da tre tele ad olio di Luca Cambiaso (Moneglia 1527- El Escorial 1585) che rappresentano al centro la decapitazione di San Giorgio (è considerata il suo capolavoro) e sui lati il martirio nel calderone e il martirio sulla ruota dentata.

 

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