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Richard Serra

Nato a San Francisco nel 1939 ha studiato alla University of California, a Berkeley e alla Santa Barbara University. Nel 1961 si è trasferito alla Yale University ed è entrato in contatto con gli artisti della scuola di New York: Robert Rauschenberg, Ad Reinhardt, Frank Stella.
Realizza viaggi in Europa e in Italia ed è proprio a Roma, presso la Galleria La Salita, che nel 1966 ottiene la sua prima mostra personale.

L'anno dopo risiede in New York dove stringe amicizia con Carl Andre, Walter De Maria, Eva Hesse, Sol LeWitt e Robert Smithson. La sua prima personale negli Stati Uniti si realizza alla Leo Castelli Warehouse as New York. (nella foto Sight Point 1972-75 dedicato a Leo Castelli)
Ha esposto le sue opere innovative a Roma, Amsterdam, Berna, New York, Pasadena, Kassel, Tubinga, Baden Baden, Rotterdam, Parigi, Krefeld, Munster, Monaco di Baviera, Basilea, Eindhoven, Maastricht, Zurigo, Bordeaux, Francoforte sul Meno, Malmoe, Madrid, Londra, Los Angeles, Bilbao.

Nel 1969 Richard Serra realizzò un film di tre minuti, ripetitivo, austero, quasi privo di accadimenti: Hand Catching Lead (fig. 179). Provenendo dal lato destro e riempiendo lo schermo, una mano e un avambraccio svolgono la totalità dell’azione cercando di afferrare una serie di pezzi di metallo che cadono attraversando lo spazio dell’immagine. Il ritmo pulsante mano aperta/pugno chiuso della mano di Serra che cerca di fermare l’oggetto che cade costituisce l’unica punteggiatura della sequenza spazio-temporale del film. Talvolta la mano manca il suo obiettivo e il pezzo di piombo le sfugge, tal altra riesce e lo tiene un momento prima di aprirsi di nuovo per lasciarlo continuare nella sua caduta. Il film si compone interamente di queste prese e di questi tentativi mancati — e della sensazione causata da questa mano separata dal suo corpo e tutta concentrata nel suo compito.

Uno degli aspetti che colpiscono di più consiste in questa implacabile tenacia, questo modo di ripetere un gesto ancora e sempre senza considerarne mai la "riuscita" come una qualche particolare forma di culmine o di fine, e di semplicemente accumulare azioni precise come un nautilo secerne una dopo l’altra le celle della sua conchiglia. Facendo della ripetizione, nel suo film, un metodo di composizione, Serra si inseriva in una corrente della scultura che si sviluppava in quel periodo da sette a otto anni. Lo stesso vale anche per alcune sue opere di quell’anno.

Così Casting (nella foto), realizzata lanciando del piombo liquido all’angolo di incontro del pavimento con la parete e ritirandolo solo una volta indurito per installano al centro della stanza, si fondava sulla ripetizione di questo gesto e sulla presentazione delle strisce di piombo in una sequenza simile a quella delle onde che si succedono fino alla riva. Benché la sistemazione delle onde di piombo di Casting abbia meno a che vedere con le proprietà inerenti il metallo che con il principio minimalista di ripetizione, il lavoro di Serra sulla fusione si inscrive nello stesso registro dell’Arte processuale poiché crea la forma nel momento stesso della solidificazione del materiale.

I pezzi di acciaio impilati che realizzò poco dopo, nel corso dello stesso anno, il 1969, associano l’uso della pesantezza (di cui si è visto che Andre si serviva per scacciare ogni illusionismo) e le proprietà manifeste del materiale: sono queste ultime a determinare, dall’interno della scultura, il punto di arresto della composizione. Stacked Steel Slabs (fig. 205) è finito quando l’aggiunta di un elemento minaccerebbe di far cadere e di distruggere tutta la struttura. La resistenza che ognuna di queste lastre oppone alla gravità vi costituisce l’unico principio di stabilizzazione (e potenzialmente di destabilizzazione) della scultura.

Non ci si sorprenderà dunque affatto della lista di verbi che Serra scrisse per proprio uso personale nel 1967-68 e che comincia così:

ARROTOLARE
SGUALCIRE
PIEGARE
ACCUMULARE
CURVARE
ACCORCIARE
TORCERE
ATTORCIGLIARE
AMMACCARE
RAGGRINZIRE
RADERE
STRAPPARE
SCHEGGIARE
FENDERE
TAGLIARE
SEZIONARE
LASCIAR CADERE...

Di fronte a questa serie di verbi transitivi che designano tutti un’azione particolare da operare su un materiale non specificato, si vede tutto ciò che separa una simile enumerazione da ciò che normalmente ci si aspetterebbe di trovare nei quaderni di uno scultore.

Ma il suo lavoro assume, ogni volta, aspetti diversi: da quello dei suoi inizi, vicino alla ‘floorness’ di Carl Andre, quando installava, a terra, vaste lamine rettangolari in metallo, spesso all’aperto, dove assumevano connotazioni che le avvicinavano ad opere di Land Art. Forse la caratteristica più notevole del suo primo periodo era quella di giocare sulla spinta e controspinta dei materiali, sull’equilibrio delle forze, quando appoggiava, in verticale, una lastra su un tondello di ferro, a sua volta tenuto in bilico dalla lastra stessa (Sign Board Prop, o Shove1 Plate Prop, entrambi del ‘69, della collezione Panza di Biumo, a Varese).

Anche One-Ton Prop (House of Cards) fa parte della straordinaria serie di sculture-installazioni, con qualche valenza minimalista, intitolate Prop (puntello, sostegno), del 1968-69.

 

E sempre di quegli anni Tributo a Frank Zappa (foto a sinistra) e Strike:To Roberta and Rudy1969-71(foto a  destra )

 Oppure, altre volte, egli riprende, dal momento Anti-form’ di Robert Morris, l’uso di un materiale molle (strisce di gomma, appese in una sorta di matassa sciolta, contro il feltro di Morris); talvolta, come Nauman, usa il neon, in articolazioni e curvature, usate in maniera de evidenziare le linee di forza e di caduta di materiali naturali.

Il lavoro di Serra ha assunto, sempre più la dimensione della grande installazione, che si colloca in un dialogo sempre più monumentale e formale con l’ambiente, in realizzazioni che giocano sulla flessione del materiale che, dalla lamina, esprime il volume e la complessità di un impianto che gioca, spesso, sulla simmetria a specchio di due parti uguali e contrarie, con effetti di straordinaria intensità visiva come, per esempio, in Trunk (‘87), installato di fronte all’Erbdrostenhof di Miinster, per la manifestazione "Skulptur-Projecte".

Un’altra importante installazione di Serra è, in Italia, quella nel parco di Celle (Santomato, Pistoia) nella collezione Gori. Qui, per la prima volta, Serra ha lavorato con la pietra invece che col metallo; ha scelto grossi blocchi di pietra locale, in cui superfici tagliate industrialmente si alternano a superfici naturali, modulate, quasi proiezioni minimali sul paesaggio e assieme resti megalitici, e le ha disposte lungo il pendio.

Ma sempre più spesso Il lavoro di Richard Serra è basato sulla creazione di sculture in acciaio, ferro o piombo di grandi dimensioni spesso inserite nel contesto urbano, come gli straordinari interventi a Place de la Concorde a Parigi o a Brookside a Londra.
Motivi d’ispirazione delle sue sculture più recenti, esposte al Museo Guggenheim di Bilbao, si ritrovano nelle corrispondenze tra concavo e convesso, nei rapporti tra pieni e vuoti, tra equilibri e volumi.
Richard Serra è stato invitato per la prima volta alla Biennale di Venezia, ed espone una monumentale opera espressamente realizzata per la 49a Esposizione alle Tese delle Vergini (Arsenale). (nella foto)

   Attualmente vive e lavora a New York.

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